Brigante, bitter pericoloso è un chiaro riferimento al mondo del brigantaggio Lucano, all’anarchia post unitaria, alle rivolte popolari, agli omicidi contro i tiranni e alle ribellioni del popolo contadino nei confronti delle ingiustizie. Questa etichetta si ispira alla rabbia dei nostri avi, all’ira e alle vicende sanguinolente che hanno colorato la nostra storia. La follia, la rabbia e l’oppressione si racchiude in una bottiglia che porta così il colore del sangue.
La storia di questa etichetta spazia dal mondo del brigantaggio all’omicidio del conte Giancarlo Tramontano, nobile del regno Borbonico: sulla parte destra dell’etichetta viene raffigurato il castello del suddetto conte che fu ammazzato in seguito ad una rivolta popolare per le continue tasse imposte al popolo per la costruzione dell’edificio. Sulla parte sinistra invece, osserviamo la stilizzazione della grotta di “Chitarridd” il brigante che controllava il territorio materano ed il parco della Murgia.
Barabba, il brigante protagonista dell’etichetta ha le vesti di mio padre, Gianni, la mia guida, il personaggio pericoloso, che infondo però, ha gli occhi dolci.
La dicitura “se non lo stuzzichi, non morde.” E la taglia sul capo di Barabba di 20.000 lire, sono un riferimento a Carmine Crocco, il generale dei briganti della Lucania. Erano il suo motto sul mondo del brigantaggio e la sua taglia sul capo.
Un bitter pericoloso a tutti gli effetti.
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